Nouri Ejjed, il tunisino fermato ieri pomeriggio dalla Dda di Palermo per favoreggiamento personale con finalità terroristiche, aveva saputo di essere finito nel mirino dei magistrati e a fine anno aveva organizzato una fuga in Francia. E’ quanto scoperto dalla Dda di Palermo che coordina l’inchiesta.
“In una conversazione del 2 gennaio scorso Nouri manifestava anche alla convivente Chahira Ajengui, le proprie preoccupazioni e la volontà di lasciare l’Italia, imbarcandosi da Palermo per Genova e da lì proseguire in auto fino in Francia, nonostante le limitazioni alla circolazione imposte dalle disposizioni per limitare il contagio da Covid-19”, dicono i pm nel provvedimento di fermo in possesso dell’Adnkronos.
“Allora cosa devo fare dimmi?”, chiede l’uomo alla sua compagna. Che risponde: “Ti ho detto che non devi andare”. “Tu mi dici non devi andare, ah, non devo andare, ma non è un gioco da bambini! O com’è?”. “Che bel gioco!”. “Tu non mi hai detto che non devo andare, mi hai detto che posso andare dopodomani o dopo”. E la donna replica: “Finisce tra sette giorni, siccome loro ti hanno detto sette giorni, dopo sette giorni, finisci questi giorni e poi vai tranquillo con calma cos’è tutta questa fretta…la fretta porta a cadere, non so’ come si dice”. “Va bene, la fretta…non c’è nessun problema, il problema è solo a Palermo mi capisci. Dunque io ho fatto il biglietto senza cabina, mi capisci significa che tutto il problema è a Palermo; se a Palermo mi fanno imbarcare, se no …inc.le…”. E alla fine dice di avere fatto il biglietto. Sì l’ho fatto il biglietto, ho fatto 100…120 euro, hai capito”.